DIRETTAMENTE DALL'INDIA...

Tre mesi su un altro pianeta... Oppressa dal caldo e "attaccata" dalle zanzare... Carica di curiosita'... Pronta a scoprire una cultura totalmente diversa dalla mia...

Monday, May 14, 2007

QUESTI UOMINI DELLE “INDIE”… Valli a capire…

Alcune considerazioni sugli indiani… su questi milioni di persone (pulite e profumate o terribilmente sporche e puzzolenti… straordinariamente belle oppure decisamente bruttine… simpatiche e socievoli oppure così taciturne che comunicano con un solo movimento della testa senza fare nemmeno un sorriso…) che ogni giorno incontro per strada e che mi guardano sempre con fare incuriosito.
In dieci giorni ho imparato alcune cose della gente del posto, anche se, e questo ovunque, le persone sono come matriosche, bisogna scoprirle velo dopo velo, strato dopo strato, per arrivare al loro nucleo centrale, alla loro anima, e capirle così fino in fondo… Io ci provo, piano piano, consapevole che la piccola matriosca centrale è ancora assai lontana…
Ecco ciò che ho imparato fino ad ora.
Senso della famiglia. Forte ed estremamente radicato. È bello vedere queste grandissime famiglie allargate muoversi per la città. Ieri era domenica e ho fatto un giro all’India Gate, una sorta di arco trionfale, costruito a ricordo dei morti in una guerra fallimentare di inizio ‘900, vicino al quale c’è un parco con alcuni mini laghetti, coi pedalò che girano in tondo e i bimbi che fanno il bagno. E ci sono intere famiglie che fanno i loro enormi pic-nic e scattano foto davanti al monumento… Sono così buffi, posizionati in ordine di altezza, dal più grande al più piccolo, uno accanto all’altro, ordinati, le donne vestite con dei sari meravigliosi pieni di colori, e gli uomini con le loro solite camicie a maniche lunghe… Intere famiglie da 10-15, insieme tutte le domeniche… Bello.
Solidarietà. Sono molto solidali gli indiani. Moltissimo. Spesso, se c’è una persona in bicicletta che passa e vede un altro a piedi sotto il sole, senza conoscerlo, lo chiama e gli chiede se vuole un passaggio. L’altro ringrazia, accetta, e cosa fa? Prima di saltare sulla bicicletta, dà una spinta, per bilanciare la fatica in più che è costretto a fare il primo ai pedali. E ad ogni incrocio, ad ogni semaforo, scende (magari anche per distendere le gambe), per poi risaltare su al momento della partenza, non senza aver dato una potente spinta prima di salire.
Contraddizioni. Può un popolo così solidale permettere poi il sistema delle caste? Mah! Ancora non mi ci abituo (ci metterò una vita …) agli “intoccabili”, coloro che appartengono alla casta più umile, che dormono per strada o sui marciapiedi (gente buttata sui marciapiedi e gli altri che quasi camminano loro sopra… e quanta gente in questa situazione… Non potete immaginare, se non avete visto. Non hanno neppure giornali o coperte su cui allungarsi. Stanno lì, ai bordi della strada, per lo più rannicchiati per occupare meno spazio possibile, spesso senza vestiti o quasi, pelle e ossa, occhi incavati e sguardo perso nel vuoto). È possibile? È possibile che coloro che offrono passaggi gratuiti, che sono così cordiali da salutare molto spesso per la strada (“Namaste, Madam” mi dicono…), che quando vedono un auto in panne si fanno in quattro per aiutare, così come quando vedono una persona che spinge un carretto e non ce la fa più… poi, accettano di calpestare il corpo di un altro??
Le contraddizioni e le disuguaglianze sono evidenti ovunque, a partire dal traffico cittadino, che è spesso composto da carretti trainati da omini che lo fanno proprio di mestiere, ciclorisciò i cui autisti sono costretti a dormirci dentro (e quindi tutti rannicchiati, sul sedile del passeggero, che è di metallo e scoperto… quindi quando piove… sono spacciati!), altrimenti glielo rubano, e poi i fuoristrada, le auto di grossa cilindrata che, con l’autoradio a tutto volume, vogliono farsi vedere a tutti i costi. E se vedi i vestiti e le facce di chi guida questi mezzi capisci tutto.
Oppure le case: accanto alle bellissime ville dei dottori e dei giornalisti, ci sono le baracche dei poveri (spesso tende, che anche in questo caso… quando piove…). Accanto alla casa della mia padrona di casa, ai nostri monolocali… ecco le abitazioni decadenti della servitù (mi permetto di chiamarla così, anche se sono ufficialmente governanti, donne delle pulizie, autisti, ecc. ecc… Una vera e propria squadra…) L’altro giorno ho visto chi è la persona che fa le pulizie nella mia stanza (qui è cosa comune, avere in affitto stanza e servizio di pulizia… Alle volte ti fanno anche servizio cucina, ma, per fortuna, non è il caso mio … Mi immaginate a mangiare indiano tutti i giorni? Un fuoco al posto della mia bocca…): è una bambina… Non credo arrivi ai 14 anni, non credo proprio. Che tristezza… E io che ho scritto pure una tesina sullo sfruttamento minorile in India...
Amicizia. Si vogliono bene gli indiani. E non lo nascondono affatto. Mi fa ancora un po’ effetto, ma è cosa comune e mi ci abituerò, sono sicura. Si tengono per mano, si abbracciano, si mettono il braccio attorno alla vita o sulla spalla… Tutti. Gli amici soprattutto. Avete mai visto voi in Occidente due amici che si tengono per mano? Io, mai! Qui è cosa assolutamente comune. Non è una stretta forte, è piuttosto una stretta delicata. Che mi fa un sacco di tenerezza…
Curiosità. Sono tanto curiosi, questi indiani. Ogni volta che salgo sul risciò mi riempiono di domande. Mi chiedono da dove vengo, e alla risposta “Italy” allora tutti dicono: “Oh, Italy! You know? Sonia Gandhi from Italy!” Sempre me lo dicono, che forti, e sempre in questo modo sgrammaticato e buffo! E appena pronunciano “Italy” io mi faccio un sacco di risate…Poi ci sono i turisti, con le loro macchine fotografiche o cellulari con fotocamera, che ti incontrano e ti vogliono fare a tutti i costi delle fotografie. Mi è capitato già un sacco di volte. Loro si avvicinano e ti chiedono, col sorrisone sulla faccia, se possono fare una foto con te, o addirittura se possono farti una foto, a te soltanto! Che cosa buffa! Mi fa ancora un sacco ridere… Sembra che non abbiano mai visto gente con la pelle chiara… In effetti, persone occidentali se ne vedono proprio poche (ovviamente, escludo il quartiere delle Ambasciate). Girando nei luoghi turistici, per esempio, questo week-end, ne ho incontrati pochissimi di Occidentali. Ieri un francese (tra il resto scuro di pelle…), sabato un austriaco, e poco più. Nei mercati ogni tanto c’è una persona bianca a fare la spesa, ma è qualcosa di più unico che raro… Sembra poi ci sia un giro di prostituzione dalla Russia (come un po’ tutto il Mondo, anche l’India è stata colpita da questa “malattia”…). Forse nei luoghi di mare, tipo Goa o il Kerala, magari le cose sono un po’ diverse, ma qui a Delhi noi bianchi siamo ancora una grande novità e una netta minoranza! (e devo anche ammettere che, giorno dopo giorno, sono sempre meno bianca pure io… grazie al sole super-potente di qui, il mio colore “bianco-mozzarella” si sta lentamente “affumicando”…)

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Marta! sigue asi! estoy disfrutando tu estancia en la India como si estuviese allài contigo. Gracias! eres una escritora genial.

May 17, 2007 at 5:47 AM  

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